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La trilogia del Circolo
Come uno slalomista, l’autore si infila tra i paletti della storia per raccontarci del presente e del passato, senza evitare rapide incursioni nell’imminente futuro. Vincenzo Minunno accompagna il lettore in un lungo confronto tra credenti ( non così sicuri di credere ) e non credenti ( non completamente certi di non credere ). Si serve di metafore e di brevi racconti per riportare alla memoria dei contemporanei fatti, non sempre positivi, accaduti in un recente passato e che il nostro Paese rischia di rivivere. La religione, la politica, la mafia, la massoneria, il potere arrogante, la magistratura,la Giustizia, la libertà, la verità, il compromesso, storie fantastiche di angeli e demoni, l’amicizia e una vasta gamma di sentimenti sono le corde che tocca per sondare l’animo umano, per fare luce su quel grande mistero che è l’uomo. Con questo volume inizia la Trilogia del Circolo. Il Circolo: centro culturale e ricreativo della borghesia, luogo d’incontro delle persone che contano, casinò in cui si giocano piccole fortune, salotto giusto per mantenere le pubbliche relazioni, sede ufficiosa nella quale si creano gli uomini politici ed i relativi programmi, zona franca in cui è evidente il ponte che collega le ideologie agli affari, piccolo mondo nel quale è considerato un godimento il parlare, il discutere per il piacere di comunicare con gli altri. Il filo conduttore è costituito dalle vicende personali del filosofo che, a loro volta, si intrecciano con le esperienze personali degli altri frequentatori del Circolo. Vicissitudini quotidiane che, come un termometro, segnano la temperatura culturale, morale, economica, democratica e liberale del Paese. Il Circolo è un grande palcoscenico sul quale tutti recitano, volontariamente, la propria parte. Gli attori si rendono conto che al di là di vane parole, molto spesso essi sono gestiti da una misteriosa Entità che altera il senso dei termini: libertà non è la Libertà, giustizia non è la Giustizia, verità non è la Verità, uguaglianza non è l’Uguaglianza. Per sfatare ed esorcizzare questa Potenza onnipresente, i Soci affrontano i problemi attuali che attanagliano la nostra società e fanno l’analisi di alcuni valori che una cultura edonistica televisiva irride e banalizza, una cultura arrivista, erotizzata, basata sulla visibilità. Su quel palcoscenico si parla di amore, di famiglia, di scuola, di matrimonio, di politica, di religione, delle donne, di tutte quelle persone considerate diverse, del falso conformismo, del nichilismo che celebra la morte dell’uomo e inaugura l’anarchia morale, degli alibi ridicoli al perbenismo di facciata, in un confronto, a volte aspro, che non diventa mai scontro. L’autore tenta di coinvolgere il lettore in un lungo contraddittorio tra credenti, non così sicuri di credere, e non credenti, non completamente certi di non credere. Un faccia a faccia che tende alla scoperta di se stessi, a ciò che veramente siamo; una presa di coscienza che, oltre ad essere fine a se stessa, costituisce un trampolino di lancio per immettere antivirus in una società malata. Ettore Quarantanove
Qualcuno avrebbe potuto accusarlo di appropriazione indebita nonché di illecito uso di titolo accademico, ma è certo che l’appellativo “filosofo” gli venne attribuito da alcuni soci del Circolo.
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