Vincenzo Minunno - opera prima
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Giugno 2010


Caro Don Antonio,

nella rubrica "Il mondo di Licia" del nr.18 di F.C. ho letto l'articolo intitolato "E ora a caccia tutto l'anno" che mi ha lasciato l'amaro in bocca. Sono stato un cacciatore ( per cacciatore intendo una persona che si dedica all'arte venatoria, non lo spara cartucce o il bracconiere), ma da molti anni ormai ho appeso al chiodo la mia doppietta, stanco e nauseato dall'ipocrisia e dalle menzogne che ogni anno, prima dell'apertura della caccia, dovevo sentir dire dai veri e dai falsi protezionisti. Se le scrivo è solo per amore di verità, perché se uno legge l'articolo in questione, oltre a non capirci un granchè rischia di farsi un cattivo concetto dei cacciatori (anche loro ogni anno sempre di meno). Se lei leggesse un "Calendario Venatorio" (ogni Regione stampa il suo) si metterebbe le mani nei capelli. Nei Calendari è spiegato minuziosamente i periodi in cui è consentita la caccia, le zone accessibili per la caccia, le specie dei selvatici cacciabili, il numero massimo dei capi da abbattere e tante altre cosucce, oltre naturalmente alle varie tasse e balzelli da pagare. Ma veniamo al punto essenziale e dolente. Le specie cacciabili si dividono in "stanziale" (al cui ripopolamento provvedono di tasca loro i cacciatori) e "migratoria". I flussi migratori sono regolati da madre natura, per cui i cacciatori ci si possono solo adeguare. Molte specie di migratori sorvolano il nostro Paese quando la caccia è chiusa ( le rondini, per esempio, arrivano in Aprile e ripartono ai primi di settembre; mi può spiegare la signora Colò cosa c'entrano i cacciatori con la diminuzione delle rondini?) Molti anni orsono, quando era permessa la caccia primaverile, si vedevano arrivare dal Nord Africa enormi stormi di quaglie, di tortore, di aiole, di upupe, di allodole. I capi abbattuti durante i giorni della "passa" erano irrilevanti rispetto agli enormi stormi di uccelli in transito. Dopo l'abolizione della caccia primaverile, anno dopo anno abbiamo visto quegli immensi stormi ridursi a poche migliaia di esemplari. Perché? Visto che i fucili tacevano, chi decimava gli uccelli? Ogni anno, nel mese di marzo, sulle coste occidentali della Sicilia si riversavano centinaia di migliaia di anatre "marzaiole" (era uno spettacolo unico vedere quelle nuvole di volatili fare le loro evoluzioni a pelo d'acqua sul mare). Da quasi trent'anni è vietato cacciare nel mese di marzo. Perché gli stormi di migliaia di marzaiole si sono ridotti a poche decine di esemplari? Visto che i fucili hanno taciuto, chi ha sterminato le marzaiole? Potrei continuare con altri esempi, ma mi fermo qui e vi dico quello che ho toccato con mano e non per sentito dire. Vivo in Sicilia, ma sono di origine pugliese. Nei pescheti della Daunia non si vede né una formica, né una lucertola, né altri tipi di insetti. Perché? Ogni anno, se voglio fare un buon raccolto di pesche devo fare dai 10 ai 12 trattamenti con fitofarmaci per prevenire e combattere gli attacchi dei parassiti. Avete un'idea di quello che succede? Persino gli uccelli evitano di sorvolare i frutteti!

Se lei, caro don Antonio, decidesse di fare una passeggiata (glielo sconsiglio) in un pescheto in fiore, rimarrebbe sconvolto dal silenzio tombale che avvolge l'ambiente circostante. Noi cacciatori o ex cacciatori sappiamo benissimo perché gli uccelli muoiono, sappiamo benissimo perché nei nostri cieli non volano più gli immensi stormi di uccelli e le lunghe file di anatre che annunciavano la primavera e l'inverno. Per risolvere il problema non basta lo sterile sentimentalismo che può suscitare l'articolo della signora Colò, ma occorre il coraggio di denunciare con forza chi ha commesso il misfatto e chi ha permesso che accadesse. Chi sono? E' presto detto: i produttori di fitofarmaci, gli agricoltori che usano in modo indiscriminato o fanno abuso di fitofarmaci, chi ha cementificato le coste e gli alvei dei fiumi e dei torrenti, chi ha arbitrariamente bonificato e prosciugato gli acquitrini e le zone umide, chi ha profanato la sacralità dei boschi con strade e case di villeggiatura. Tutti costoro hanno distrutto l'habitat di molte specie, ne hanno avvelenato altre, hanno costretto alcune specie a cambiare rotta migratoria, e noi cosa facciamo? Ce la prendiamo col cacciatore, l'orco sanguinario che fa strage di uccellini! Finiamola, una buona volta di parlare e di comportarci da ipocriti o da cretini. Caro don Antonio, non le chiedo tanto spazio per la mia critica, ma se Famiglia Cristiana ritornerà sull'argomento "caccia", tenga presente di quanto le ha scritto un cacciatore convinto che non sempre l'eretico è l'altro.

Cordiali saluti

Vincenzo Minunno


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